Rispetto e conservazione "Voglia di libertà"........
Avevo promesso di raccontarvi il prosequio della mia avventura al delfinario di Torvajanica
... Ed ora eccomi qui. Purtroppo ho dovuto aprire una piccola e dolorosa parentesi dei necrologi, sperando che sia l'ultima (ne dubito, inizio ad avere la certezza che l'essere umano sia sordo, o quanto meno faccia finta di non sentire). Certo, devo dire che il parco e gli spazi appositi per le visite della gente, erano molto ampi...ma non, a sufficienza per i veri abitanti del parco acquatico. La delusione, infatti, è arrivata proprio quando mi sono ritrovata nello spazio dedicato ai delfini. Una grandissima scalinata a forma di anfiteatro, con appositi posti a sedere ( i presentatori dello spettacolo parlavano di 3000 posti, a buon intenditore poche parole), e di fronte a noi come d'incanto si presentavano le vasche adibite sia al pernottamento che allo spettacolo dei delfini. La superficie delle vasche, era sicuramente inferiore alle piscine che in genere troviamo nei mediocri hotel, quando andiamo a farci la nostra meritata vacanza. Si sentiva dagli spalti un forte odore di cloro ,e un dubbio mi ha assalito, pensavo al fatto che i delfini vivono negli oceani con un tasso altissimo di salinità. La ciliegina sulla torta è arrivata quando, il personale del delfinario prima dello spettacolo si è raccomandato al pubblico , chiedendo il massimo silenzio per non disturbare la sensibilità uditiva dei mammiferi. Ma la sorpresa non ha tardato a mancare, infatti per tutta la durata dello spettacolo( all'incirca 40 minuti) sopra al delfinario passavano elicotteri e aerei dell'areonautica militare di Pratica di Mare, creando così un'inquinamento acustico. Come possono sopravvivere, dei delfini, abituati in un ambiente così diverso come il mare aperto, all'interno di uno spazio chiuso inquinato acusticamente e chimicamente?
La risposta è semplice non sopravvivono, o quantomeno non a lungo, e la conclusione del mio dubbio l'ho fugata leggendo questo articolo.
AMBIENTE: DELFINO MUORE A ZOOMARINE; PECORARO SCANIO AVVIA INDAGINE (ANSA) - ROMA, 8 giu 2006- Un procedimento di verifica immediato e' stato avviato in queste ore dal ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nei confronti del delfinario Zoomarine di Torvaianica, in provincia di Roma. L'iniziativa in seguito alla denuncia dei Verdi e degli Animalisti Italiani, secondo i quali nella struttura "e' morto un giovane delfino". Il ministro Pecoraro Scanio ha richiesto "la massima tempestività' per le opportune iniziative". "A quasi un anno dalla data di apertura di Zoomarine e dopo mesi di silenzio, viene confermata dalla Asl di Pomezia la morte di un giovane delfino che, come tanti altri, era costretto a fare il pagliaccio per poter mangiare, quando invece avrebbe potuto vivere con la sua famiglia di appartenenza, mentre e' stato segregato in questa struttura", affermano la Responsabile nazionale Diritti Animali dei Verdi Cristina Morelli e Ilaria Ferri dell'Associazione animalisti italiani. "Questa morte - aggiungono - chiarisce e conferma che i delfini muoiono in cattività', che questa struttura tanto pubblicizzata perché avrebbe gli standard più elevati, invece non garantisce affatto la sopravvivenza di animali che non dovrebbero vivere in queste condizioni misere e tanto innaturali. Il delfino morto entrerà nelle raccapriccianti statistiche per cui solo uno su quattro dei delfini in cattività raggiunge il primo anno di vita e il 50% di essi non raggiunge neanche i sette anni di eta'"(E qui dico la mia, i delfini in natura vivono mediamente fino a 40 anni) . "Di questo drammatico evento - precisano Morelli e Ferri - riteniamo anche responsabili le istituzioni che non hanno impedito l'arrivo degli animali in una struttura che non possiede alcuna autorizzazione e licenza come previsto dalla normativa ed anche tutti coloro che, non segnalando volutamente all'ufficio Cites portoghese e spagnolo questo 'piccolo' dettaglio della totale assenza di licenza, per la quale e' stata infatti elevata una multa di 30mila euro, hanno invece consentito l'importazione dei cetacei e il loro sfruttamento". 'Chiediamo che su questa morte sia fatta chiarezza, anche attraverso la promozione di iniziative provinciali, regionali e parlamentari, e l'intervento del Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio''. Tempestiva la risposta di Pecoraro. Sulla vicenda la senatrice dei Verdi, Loredana De Petris, ha presentato un'interrogazione nella quale si chiede di chiudere la struttura situata sul litorale romano. "Nei mesi scorsi e' morto un giovane esemplare di delfino e la notizia e' stata tenuta segreta fino ad oggi. Noi ci associamo all'appello delle associazioni animaliste per chiudere definitivamente questa 'gabbia di morte'", ha detto ricordando le numerose interrogazioni presentate la scorsa legislatura "per chiedere chiarimenti sull'anomala apertura di una struttura senza le apposite autorizzazioni e licenze, dove gli animali vivono in uno stato di sofferenza".(ANSA).
p.s. L'articolo sopra riportato mi ha fatto venire un altro dubbio ," volevo sapere se le leggi italiane vengono applicate esclusivamente per i residenti, oppure, siano valide per chiunque abbia intenzione di intraprendere questa attività (multimiliardari portoghesi inclusi). Un ulteriore riflessione va posta sul continuo accento che il personale del parco poneva sulla cura e affetto maniacale, che gli stessi , avevano nei confronti degli animali, promulgando tanto di slogan a favore di enti come, "Cites". E' dunque questo il loro modo di aver cura e di proteggere gli animali e l'ambiente?
... Ed ora eccomi qui. Purtroppo ho dovuto aprire una piccola e dolorosa parentesi dei necrologi, sperando che sia l'ultima (ne dubito, inizio ad avere la certezza che l'essere umano sia sordo, o quanto meno faccia finta di non sentire). Certo, devo dire che il parco e gli spazi appositi per le visite della gente, erano molto ampi...ma non, a sufficienza per i veri abitanti del parco acquatico. La delusione, infatti, è arrivata proprio quando mi sono ritrovata nello spazio dedicato ai delfini. Una grandissima scalinata a forma di anfiteatro, con appositi posti a sedere ( i presentatori dello spettacolo parlavano di 3000 posti, a buon intenditore poche parole), e di fronte a noi come d'incanto si presentavano le vasche adibite sia al pernottamento che allo spettacolo dei delfini. La superficie delle vasche, era sicuramente inferiore alle piscine che in genere troviamo nei mediocri hotel, quando andiamo a farci la nostra meritata vacanza. Si sentiva dagli spalti un forte odore di cloro ,e un dubbio mi ha assalito, pensavo al fatto che i delfini vivono negli oceani con un tasso altissimo di salinità. La ciliegina sulla torta è arrivata quando, il personale del delfinario prima dello spettacolo si è raccomandato al pubblico , chiedendo il massimo silenzio per non disturbare la sensibilità uditiva dei mammiferi. Ma la sorpresa non ha tardato a mancare, infatti per tutta la durata dello spettacolo( all'incirca 40 minuti) sopra al delfinario passavano elicotteri e aerei dell'areonautica militare di Pratica di Mare, creando così un'inquinamento acustico. Come possono sopravvivere, dei delfini, abituati in un ambiente così diverso come il mare aperto, all'interno di uno spazio chiuso inquinato acusticamente e chimicamente?
La risposta è semplice non sopravvivono, o quantomeno non a lungo, e la conclusione del mio dubbio l'ho fugata leggendo questo articolo.
AMBIENTE: DELFINO MUORE A ZOOMARINE; PECORARO SCANIO AVVIA INDAGINE (ANSA) - ROMA, 8 giu 2006- Un procedimento di verifica immediato e' stato avviato in queste ore dal ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nei confronti del delfinario Zoomarine di Torvaianica, in provincia di Roma. L'iniziativa in seguito alla denuncia dei Verdi e degli Animalisti Italiani, secondo i quali nella struttura "e' morto un giovane delfino". Il ministro Pecoraro Scanio ha richiesto "la massima tempestività' per le opportune iniziative". "A quasi un anno dalla data di apertura di Zoomarine e dopo mesi di silenzio, viene confermata dalla Asl di Pomezia la morte di un giovane delfino che, come tanti altri, era costretto a fare il pagliaccio per poter mangiare, quando invece avrebbe potuto vivere con la sua famiglia di appartenenza, mentre e' stato segregato in questa struttura", affermano la Responsabile nazionale Diritti Animali dei Verdi Cristina Morelli e Ilaria Ferri dell'Associazione animalisti italiani. "Questa morte - aggiungono - chiarisce e conferma che i delfini muoiono in cattività', che questa struttura tanto pubblicizzata perché avrebbe gli standard più elevati, invece non garantisce affatto la sopravvivenza di animali che non dovrebbero vivere in queste condizioni misere e tanto innaturali. Il delfino morto entrerà nelle raccapriccianti statistiche per cui solo uno su quattro dei delfini in cattività raggiunge il primo anno di vita e il 50% di essi non raggiunge neanche i sette anni di eta'"(E qui dico la mia, i delfini in natura vivono mediamente fino a 40 anni) . "Di questo drammatico evento - precisano Morelli e Ferri - riteniamo anche responsabili le istituzioni che non hanno impedito l'arrivo degli animali in una struttura che non possiede alcuna autorizzazione e licenza come previsto dalla normativa ed anche tutti coloro che, non segnalando volutamente all'ufficio Cites portoghese e spagnolo questo 'piccolo' dettaglio della totale assenza di licenza, per la quale e' stata infatti elevata una multa di 30mila euro, hanno invece consentito l'importazione dei cetacei e il loro sfruttamento". 'Chiediamo che su questa morte sia fatta chiarezza, anche attraverso la promozione di iniziative provinciali, regionali e parlamentari, e l'intervento del Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio''. Tempestiva la risposta di Pecoraro. Sulla vicenda la senatrice dei Verdi, Loredana De Petris, ha presentato un'interrogazione nella quale si chiede di chiudere la struttura situata sul litorale romano. "Nei mesi scorsi e' morto un giovane esemplare di delfino e la notizia e' stata tenuta segreta fino ad oggi. Noi ci associamo all'appello delle associazioni animaliste per chiudere definitivamente questa 'gabbia di morte'", ha detto ricordando le numerose interrogazioni presentate la scorsa legislatura "per chiedere chiarimenti sull'anomala apertura di una struttura senza le apposite autorizzazioni e licenze, dove gli animali vivono in uno stato di sofferenza".(ANSA).
p.s. L'articolo sopra riportato mi ha fatto venire un altro dubbio ," volevo sapere se le leggi italiane vengono applicate esclusivamente per i residenti, oppure, siano valide per chiunque abbia intenzione di intraprendere questa attività (multimiliardari portoghesi inclusi). Un ulteriore riflessione va posta sul continuo accento che il personale del parco poneva sulla cura e affetto maniacale, che gli stessi , avevano nei confronti degli animali, promulgando tanto di slogan a favore di enti come, "Cites". E' dunque questo il loro modo di aver cura e di proteggere gli animali e l'ambiente?
3 commenti:
brava rosy,.
speriamo solo che i responsabili dello zoomarine non decidano di prendersi cura della nostra salute
Tra tanti amici, ho pescato la migliore ..... TE.... Non mollare...Un abbraccio Sandro
"Libertà" una parola dove racchiude tutte le nostre idee, il nostro mondo e il nostro modo di essere...vogliamo essere liberi, ma, nessuno lo è in realtà... Siamo inconsapevolmente schiavi dei nostri preconcetti e lo dimostriamo tutti i giorni, con le crudeltà che commettiamo. Tu, mia dolce Rosy hai fatto il primo passo per la conoscenza della libertà... Ti sei liberata e hai dato vita alla tua libertà di pensiero e scrittura. Condivido pienamente quello che scrivi e quello che fai. Grazie stai rendendo libero anche me.... Ti voglio bene Luca
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